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3 maggio – Festa della Costituzione

Il terzo giorno di maggio, che costituisce il weekend lungo polacco per eccellenza, è il 3 maggio, giorno della Costituzione. Promulgata nel 1791, la Carta dei diritti del cittadino, la prima moderna in Europa e la seconda nel mondo a raccogliere i diritti dei cittadini, è nata in un momento estremamente difficile per la Polonia, all’inizio delle spartizioni. Ha dato speranza, forza e fede – ancora oggi il suo ruolo è più simbolico, ma estremamente importante per i polacchi.

Genesi della Costituzione

La prima spartizione del Commonwealth polacco-lituano fu un grande shock per i polacchi quando, sotto gli occhi di molti, praticamente da un giorno all’altro, le potenze straniere si spartirono la prima parte del territorio polacco. Abbiamo già scritto della caduta del Commonwealth polacco-lituano e della spartizione in un articolo sull’11 novembre, a cui rimandiamo. All’epoca, i principali rappresentanti del potere, completamente contrari alle azioni di Russia, Prussia e Austria, decisero di salvare lo Stato in crisi nominando il Sejm (Parlamento) quadriennale, il cui scopo era quello di elaborare riforme e misure volte a ricostruire lo Stato e a fermare l’espansione di Stati stranieri sul suolo polacco.

Dopo lunghe deliberazioni, il 3 maggio 1791 fu promulgato il testo della Costituzione.

Quadro

Portato dai deputati Aleksander Linowski della terra cracoviana e Ignacy Wyssygota Zakrzewski della terra posnaniense, tra gli applausi del popolo di Varsavia durante il corteo lungo la via Świętojańska, il maresciallo del Sejm Stanisław Małachowski tiene con orgoglio il testo della Costituzione in una mano e il bastone del maresciallo nell’altra. È così che gli eventi del Terzo Maggio furono raffigurati un secolo dopo dall’eminente pittore polacco Jan Matejko, sulla base delle illustrazioni fornitegli. Il dipinto mostra anche Kazimierz Nestor Sapieha, maresciallo della Confederazione lituana, trasportato da altri deputati, con Andrzej Hieronim Zamoyski e Stanisław Staszic dietro di lui. A destra Tadeusz Kościuszko porta lo stendardo…. Il dipinto contiene ancora molti dettagli ed evoca molti personaggi storici, sia sostenitori che oppositori. La volontà di Jan Matejko era che il dipinto venisse un giorno appeso nelle stanze del Castello Reale di Varsavia, dove nacque la Costituzione. Lo aveva chiesto quando aveva consegnato il dipinto al Sejm galiziano di Leopoli per custodirlo, e il suo desiderio è stato esaudito.

Le riforme

Per il Sejm era chiaro che l’onnipresente liberum vero e la libera elezione erano strumenti che non solo non riuscivano a mantenere e rafforzare lo Stato in quanto tale, ma soprattutto a smantellare dall’interno ogni passo utile per il Paese.

Il Sejm approvò molte leggi, una delle più importanti delle quali fu l’istituzione della divisione tripartita del potere, che nelle sue versioni residue esisteva già da tempo nella Repubblica. Il Sejm e il Senato divennero l’autorità legislativa, il Re insieme alla Guardia delle Leggi, che era il nucleo del governo, costituirono l’autorità esecutiva e i tribunali divennero l’autorità giudiziaria. La separazione dei poteri si basava sulla filosofia di Montesquieu e aveva lo scopo di prevenire la tirannia.

L’abolizione della libera elezione e l’introduzione della successione ereditaria al trono polacco furono un ulteriore passo per salvare lo Stato. L’introduzione della libera elezione aveva lo scopo di rafforzare e garantire il potere della democrazia nobiliare, ma nel corso degli anni fu proprio attraverso la libera elezione che le potenze straniere iniziarono ad avere una crescente influenza nel nostro Paese. L’ereditarietà del trono doveva passare ai discendenti del re Stanislao Poniatowski, cosa che però già all’epoca appariva improbabile; il re aveva una prole, ma non dal suo letto legittimo, e al momento dell’adozione della costituzione aveva già 60 anni, per cui si preparò subito un’alternativa a questa situazione nominando la dinastia Wettig come nuova domus polacca, in considerazione del fatto che due precedenti re erano venuti da questa dinastia. Il duca Federico Augusto di Sassonia, su istigazione della zarina Caterina, rifiutò di accettare il trono polacco.

Di seguito, risolverono la questione di liberum veto, che imponeva l’unanimità tra i nobili nell’emanazione delle leggi e nei lavori del Sejm. Se anche un solo nobile si opponeva alla volontà degli altri e all’assolutismo del re, la legge non era valida. Di conseguenza, dal 1652, quando il diritto di liberum veto fu usato per la prima volta da Wladyslaw Siciński, esso contribuì in diverse occasioni alla rottura del Sejm, paralizzando così qualsiasi riforma e progresso in Polonia. In cambio del liberum veto, la Costituzione del 3 maggio introdusse il voto a maggioranza e vietò l’organizzazione di confederazioni per raggiungere obiettivi specifici.

La Costituzione privò la nobiltà nuda (senza terra), detta in polacco golota suoi diritti politici. La golota era lo stato nobiliare più basso, privo di proprietà ma con gli stessi diritti politici, incluso il diritto di sedere nei sejmik della nobiltà terriera e dei magnati. Di conseguenza, veniva spesso corrotta dai magnati o dagli agenti di Stati stranieri per sostenere soluzioni a loro favorevoli. La costituzione stabiliva che d’ora in poi solo i nobili che pagavano 100 zloty polacchi all’anno avrebbero avuto il diritto attivo di voto nei sejmik (piccoli consigli regionali) e che il diritto passivo di voto sarebbe stato concesso solo dopo aver compiuto 24 anni e aver maturato esperienza nel servizio pubblico, il che escludeva la nobiltà nuda dai diritti elettorali.

Un altro punto importante sembrava essere il rafforzamento dell’Unione polacco-lituana e il rafforzamento della legge sui sejmiki. Si trattava di un passo de facto verso la centralizzazione del Paese, come mezzo di difesa contro le pericolose aspirazioni degli Stati vicini. Fino ad allora, i deputati rappresentavano le terre da cui provenivano e non l’intero Paese. Da qui il terreno fertile per il liberum veto. Seguì l’introduzione della Zaręczenie Wzajemne Obojga Narodów (Patto reciproco delle due nazioni), che introduceva l’amministrazione congiunta del Regno di Polonia e del Granducato di Lituania sul tesoro della Repubblica.

La disposizione che rafforza i diritti concessi alle città è un passo importante verso la potenziale modernizzazione e urbanizzazione del Paese. Essa conferma e introduce nella Carta costituzionale una disposizione del 1790, che concedeva ai cittadini delle città reali, che erano una città su quattro del Commonwealth, un certo numero di diritti di proprietà.

Il decreto creò una rappresentanza delle città di ventiquattro membri che si riuniva nel Sejm con il diritto di votare sui propri affari. Alla borghesia fu concessa l’immunità personale, l’accesso alle cariche ecclesiastiche e ai gradi più alti degli ufficiali, la possibilità di acquistare terre e nobilitazioni in cambio di servizi alla Patria e di risultati economici.

Un’altra disposizione era la dichiarazione di accettazione dei contadini sotto la protezione del governo. Questa si riferiva principalmente al rapporto contadino-nobile e consentiva al contadino di comparire personalmente davanti agli uffici governativi per difendere i propri diritti, nel caso in cui il nobile non avesse rispettato le disposizioni dell’accordo. Ciò diede impulso all’adozione, nelle deliberazioni finali della Costituzione, di altri e crescenti diritti per i contadini.

La Costituzione conferì al cattolicesimo lo status di religione dominante nella Repubblica, garantendo al contempo la libertà, il rispetto e la protezione delle altre fedi presenti in Polonia, in conformità con il comandamento di amare il prossimo. Questa disposizione è stata evidentemente ispirata dalla tendenza europea di legare il trono alla religione, pur mantenendo la tradizionale tolleranza religiosa.

Una delle prime richieste adottate fu quella di rafforzare l’esercito unificato. Qui si può notare una pura ispirazione all’esperienza della Rivoluzione americana, che ha stabilito il carattere nazionale dell’esercito. Di conseguenza, fu vietata la presenza di eserciti privati, un privilegio che in passato aveva contribuito a rafforzare l’influenza dei magnati, che perseguivano i propri interessi piuttosto che quelli dello Stato. L’esercito unitario della Repubblica fu praticamente disarmato nel XVIII secolo, lasciando campo libero ai Paesi stranieri. Con una decisione del Sejm, le dimensioni dell’esercito dovevano essere aumentate a 100.000. Purtroppo, per combattere in difesa della Costituzione ci si riuscì di creare un esercito di soli 65.000 uomini. Inoltre, l’Impegno reciproco delle due nazioni, che integrava la Costituzione, stabiliva un’amministrazione congiunta polacco-lituana dell’esercito.

Confederazione di Targowica

Non passò molto tempo prima che un risultato così importante come l’adozione della Costituzione fosse goduto. Già nel 1792, a San Pietroburgo, quella parte della nobiltà che sentiva di aver perso influenza e diritti con la nuova Costituzione decise di creare una confederazione con l’obiettivo di rovesciare la Costituzione. La zarina Caterina non era disposta ad accettare le riforme, in quanto contrarie ai suoi interessi e, insieme alla nobiltà ribelle, decise di ripristinare la legge precedentemente in vigore. Questo portò a degli scontri. Alla Confederazione si unì rapidamente il re Poniatowski, che aveva già dimostrato di essere un re piuttosto debole e inetto; inoltre, la sua relazione intima con la zarina Caterina le dava mano libera per quanto riguardava la cessione delle proprietà polacche. Così si concluse la difesa della Costituzione, che portò alla resa dell’esercito polacco e, di conseguenza, a una nuova spartizione della Polonia.

L’adozione di un giorno festivo

All’epoca della spartizione della Polonia, la celebrazione del Giorno della Costituzione era vietata e la violazione di questo divieto avrebbe comportato pesanti sanzioni. Nel cuore e nella memoria dei polacchi, questo giorno è sopravvissuto fino al momento in cui è stata riconquistata la libertà e, già nel 1919, è diventato ufficialmente un giorno festivo, che è cresciuto fino a diventare la festa più importante dello Stato. La festa fu celebrata fino al 1946, quando le autorità polacche del dopoguerra vietarono nuovamente la celebrazione della festa, che acquisì una nuova dimensione: un simbolo di libertà, indipendenza e difesa della sovranità del Paese, che era molto in contrasto con la politica del Paese all’epoca della sua dipendenza dall’Unione Sovietica. Nel 1989 la festività è tornata nel calendario e un anno dopo il Sejm ne ha ripristinato lo status di giorno festivo.

Autore: Adriana Fontanarosa

Basato su:

https://cekis.pl/relacje/historia-jednego-obrazu-konstytucja-3-maja-1791-roku/

https://przystanekhistoria.pl/pa2/tematy/opozycja-w-prl/81194,Swieto-3-maja-w-czasach-Polski-ludowej.html

https://www.wojsko-polskie.pl/3brt/articles/aktualnosci-w/2020-05-045-swieto-narodowe-3-maja/

https://www.senat.gov.pl/aktualnoscilista/art,14732,swieto-konstytucji-3-maja.html

https://www.naszeszlaki.pl/archives/48300

https://konstytucja3maja.gov.pl/pl/

La pittura: Jan Matejko –Konstytucja 3 Maja 1791 roku da wikipedia.org

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